Mamma la rondinella mi cantavi, il tempo andato era ricchezza e lode.
I canti con le amiche e i balli antichi, di campi lontani ore a coltivare.
A Ginosa dicevi c’era il lavoro, tuo padre è stato lì per mesi e mesi.
Di viaggi a piedi all’alba ed al tramonto, io piccolo ragazzo ascoltatore ignaro.
Madre cosi parlavi di lavoro e campi, insignificante reddito, pacata vita contadina.
Selvaggio luogo sole vento e gramigna, del cibo dalla terra cui facevi vanto.
Sere di racconti nel caldo d’estate coi vicini, piccola brezza nei giardini le notti.
Sguardi lontani a rimirar la vita altrui, mancava tutto e non mancava niente.
Con spiccioli di fantasia mi riportavo indietro, nostalgia in pensieri di eterna giovinezza.
Il pane e le friselle al pomodoro e poi storie impossibili,
la pizzica dicevi è un rito guaritore, fanciulle bisognose di voli in libertà.
Giovane ragazzo del Sud io m’innamoravo di tutto, della vita mia e dell’ immaginata altrui.
Poi scelsi di partire con dentro l’incoscienza giovanile.
“…ene lu ientu e cotula lu ramu … mamma la rondinella gira e vota e se ne va”
11 Marzo 2022
🌹
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4 Comments
Bellissima!
Grazie Daniela. A presto 🌹
Grazie Gianni, sei un gran talento. Un abbraccio, anche se da molto lontano.
R
Grazie Roberto a presto spero.