Ogni volta che mi affaccio a guardare
la povertà del mondo
mi si stringe il cuore.
Ho osservato una strada anonima,
un lampione con lampadina instabile,
tanta spazzatura,
una mensa all’aperto
tante anime ordinate
in fila per aspettare il proprio turno,
questo era l’unico paesaggio desolante
ognuno di loro lo poteva cogliere,
sconosciuti tra sconosciuti
una lingua sconosciuta.
Unica grande amica la luna
bassa e splendente come
in ogni angolo del mondo
quella del paese dove stavi
la stessa che c’era
quando sei venuto al mondo,
la stessa che ti guardava ed eri
su un barcone nello sconfinato mare
la stessa che forse ha illuminato
le tue serate migliori,
la stessa che si è negata a Te
quando ne avevi bisogno
la stessa che ti guardava
mentre abbandonavi il posto dove sei nato
e la stessa che hai rivisto
mentre ti porgevano una coperta
la stessa di quando ti hanno cacciato
dal meraviglioso mondo
che credevi di incontrare
la stessa a cui rivolgerai le tue preghiere
perché ti mostri anche il sole.
Ieri a Torino non c'era il mare di Lampedusa
ma tanto asfalto mischiato a miseria
la miseria del mondo,
quella degli ultimi della Terra
e poi c'erano altri,
Angeli con tanta volontà e la morte nel cuore
a praticare quei piccoli gesti d'amore.
Dedicato a chi fugge a ricercare un mondo migliore.
Jianninho – 31 Agosto 2023 🌹
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2 Comments
Grazie Gianni, anima buona, amico degli ultimi, i dannati della terra a cui sbarriamo i cancelli del nostro eldorado. Che coincidenza: proprio stamattina ho letto una poesia di Agostinho Neto, (primo presidente della Repubblica d’Angola) che, come nella tua lirica, presentava alcune immagini di miseria e desolazione. Più tardi te la allegherò.
Sasà che dire, grazie. Se tutti provassimo anche solo un giorno a immaginare ciò che vivono gli ultimi della terra forse nulla sarebbe davvero perduto.
Ti abbraccio.